Il nostro viaggio nell’insolito continua oggi nella vicina Trento. Sede alla metà del XVI secolo del celebre Concilio e pertanto storicamente associata al cattolicesimo della Controriforma, non poteva non avere anch’essa un contraltare oscuro: palazzo Fugger Galasso, il cosiddetto “Palazzo del Diavolo” di via Manci, pieno centro storico cittadino.
La leggenda vuole che il ricco banchiere di origine tedesca Giorgio Fugger, innamoratosi di una belle fanciulla trentina, ottenesse la sua mano previa costruzione di un sontuoso palazzo in una sola notte. Rivoltosi al Demonio e ottenuto il suo aiuto in cambio della propria anima, riuscì nell’intento di avere la dimora e di sbarazzarsi dell’incomodo collaboratore.
Fin qui la fantasia, ma sempre con un fondo di verità.
Effettivamente Fugger costruì la sua residenza in un tempo molto contenuto, un anno, (1602) vista la mole del palazzo e l’epoca. Il banchiere di Augsburg si affidò all’architetto bresciano Pietro Maria Bagnadore e al proto Paolo Carneri da Tierno di Mori.
Insegne araldiche della casata campeggiano sui battenti del monumentale portone ligneo, ma anche sulle parti lapidee del vestibolo e dello scenografico cortile.
Un muro interno annerito, reliquia di una preesistente torre medievale, alimenta ancora la vox populi di presunti interventi luciferini.
Se di Diavolo si trattò, aveva comunque uno spiccato gusto estetico!
