Allarmanti notizie giungono ogni giorno sul calo delle iscrizioni alle facoltà di Conservazione e Scienze dei Beni Culturali o di altri corsi universitari che alimentano la formazione dei futuri professionisti del settore.
A questi si deve poi aggiungere la sfiducia che porta moltissimi laureati e operatori del campo artistico a scegliere di espatriare alla ricerca di un futuro occupazionale all’altezza delle loro aspirazioni e dei sacrifici sostenuti in anni di studio.
L’Italia degli sprechi e delle occasioni perdute oggi non è in grado, per ignavia, disinteresse o congenita incapacità della propria classe dirigente, di dare una degna collocazione lavorativa a decine di migliaia di di giovani competenti ed entusiasti che sarebbero orgogliosi di prendersi cura dei tanti siti riconosciuti dall’UNESCO come Patrimoni dell’Umanità che costellano il nostro amato paese.
Eppure, nonostante un patrimonio storico – artistico sterminato e di qualità impareggiabile, la cultura stenta a divenire il volano dell’economia nazionale. Per questo suonano stucchevoli e sempre meno credibili i ricorrenti rimandi ai tesori d’arte italiani come risorse.
A cosa servono masters, lauree specialistiche, corsi di eccellenza se poi lo sbocco è quello di addetto precario ad una biglietteria di museo sottopagato da cooperativa? Poco lavoro, mal retribuito e un senso diffuso di impotenza: se non vogliamo che altri stati meno ricchi di giacimenti culturali, ma abili nel valorizzare ciò che possiedono, continuino a scavalcarci per numero di presenze turistiche, dovremo fare uno sforzo notevole. Sempre che ce ne sia la volontà: la leva fiscale a favore delle dimore storiche (50.000 circa), l’estensione dell’Art Bonus ai beni culturali dei privati, un New Deal di finanziamenti per il restauro del patrimonio artistico nazionale genererebbero un indotto colossale a favore dell’economia di scala. Non è un libro dei sogni, ma non lo stiamo vedendo nemmeno accennato nelle bozze di programmi elettorali in vista delle imminenti elezioni politiche. Davvero un pessimo segnale per chi crede ancora, come noi, che la Cultura paghi….
DOTT. RICCARDO BATTIFERRO BERTOCCHI
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE CULTURALE PROGETTO MUSA ANTIQUA