Sono l’Eldorado d’Italia, ma il più delle volte non sono adeguatamente valorizzati. Parliamo dei beni culturali, dello sterminato patrimonio storico – artistico nazionale.
Senza un’adeguata gestione migliaia di siti di enorme valore paesaggistico e monumenti che il mondo ci invidia giacciono nel degrado e nell’abbandono. Non si può fare sempre e solo leva sul volontariato, spesso non qualificato, oppure sul lavoro precario. Interventi episodici ed eventi estemporanei servono a poco se non hanno un seguito con adeguate programmazioni nel medio e lungo periodo. Calandoci nella realtà veronese, citiamo alcuni casi emblematici: la spettacolare villa Girasole a Marcellise, sulle colline di S. Martino Buon Albergo, è una visionaria dimora girevole modernista degli anni ‘ 30 del secolo scorso. Venne realizzata su progetto dell’architetto Ettore Fagiuoli e dell’ingegner Angelo Invernizzi. Oggi nonostante sia proprietà di una fondazione bancaria cittadina è sconsolatamente chiusa e non si intravvedono all’orizzonte prospettive per il suo recupero e apertura al pubblico.
Il Museo Fioroni di Legnago, raro esempio di casa-museo privata con rare e pregevoli collezioni d’arte, è pressoché sconosciuto al di fuori di una ristretta cerchia di studiosi locali. La grandiosa e imponente Pieve romanica di S. Giorgio di Valpolicella al centro di un antico borgo riconosciuto tra i più belli d’Italia, non ha un sistema di illuminazione adatto al suo rango e ci si affida alla obsoleta gettoniera a tempo.
Ma la lista sarebbe lunghissima!
Siamo quotidianamente bersagliati da reports relativi al nostro debito pubblico, al tasso di disoccupazione, ecc…: non sarebbe decisamente più utile ed interessante ascoltare o favorire progetti imprenditoriali volti alla creazione di giacimenti culturali, dove vengono poste in essere nuove figure professionali adeguatamente retribuite in grado di aumentare esponenzialmente la notorietà e la fruizione del nostro patrimonio storico artistico? Perchè in altri paesi europei ed extraeuropei ciò accade da decenni con lusinghieri risultati? Ciò accade perchè manca una chiara e lungimirante visione per rendere i luoghi di cultura del territorio una risorsa economica, una rete di fruttuosa collaborazione fra pubblico e privato, dove non prevalga solo il dogma della conservazione, bensì si possa generare ricchezza invece di parole e sterili proclami.
DOTT. RICCARDO BATTIFERRO BERTOCCHI