Eccoci a Padova, la dotta città universitaria veneta. In pieno centro storico, ma lontano dai celebrati monumenti che la rendono famoso nel mondo, come la Basilica del Santo e la Cappella degli Scrovegni, ci imbattiamo nella grandiosa mole della Torlonga, l’alta torre superstite del poderoso maniero realizzato dal tiranno Ezzelino III da Romano.
Fin da subito questo luogo acquistò fama sinistra per i supplizi che al suo interno venivano inflitti con perverso sadismo agli sventurati prigionieri del feroce signore. Fra i tanti spiriti che si aggirerebbero nell’edificio ve n’è uno in particolare degno di menzione: un fantasma in mantello rosso, avvistato da molti testimoni. Potrebbe essere quello di Sarpendone, valoroso guerriero, fatto crudelmente evirare e abbandonato a una lunga agonia nella torre per aver sedotto la moglie di Ezzelino.
Dopo la scomparsa di Ezzelino, l’avvento dei Carraresi e il passaggio di Padova sotto la dominazione veneziana, l’antico castello venne per secoli abbandonato e usato come deposito. Solo nel 1761 il Senato veneziano decretò l’istituzione di un osservatorio astronomico a servizio dell’università patavina. Il progetto fu voluto dall’abate Giuseppe Toaldo e realizzato dall’architetto vicentino Domenico Cerato, ricavando sulla sommità del torrione i locali destinati al posizionamento delle strumentazioni per l’osservazione dei corpi celesti. Oggi, con l’acquisizione della cosiddetta Casa del Munizioniere del Castelvecchio, già infermeria del carcere durante il Regno Lombardo – Veneto, è aperto il Museo della Specola, che conserva ed espone cannocchiali antichi e moderni, testimoni dell’evoluzione della scienza astronomica negli ultimi 250 anni.
Dott.RICCARDO BATTIFERRO BERTOCCHI