E’ nato da poco un forum sui social media intitolato: “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali”. Incuriosito, ho iniziato a leggere le storie, le esperienze di tanti, troppi colleghi, giovani e meno giovani, accomunati dallo stesso destino di mancato riconoscimento di titoli e professionalità per chi opera in un campo, quello dei beni culturali, che in Italia dovrebbe essere il settore trainante dell’economia e che invece arranca da troppo tempo, annaspa in una palude di sfruttamento di manodopera, svilimento di competenze acquisite in anni di studio.
Non si contano gli esempi di iniziative culturali ed eventi allestiti grazie a laureati con curricula di tutto rispetto costretti al volontariato, mi si perdoni l’ossimoro, oppure sottopagati per servizi di responsabilità. L’aberrazione di corsi di alta formazione, costosi e inutili, è lo specchio di questo mondo capovolto, nel quale ci si deve dissanguare senza una reale prospettiva di lavoro. Non è un caso che molti abbiano scelto, con sofferenza, la strada dell’emigrazione in nazioni maggiormente attente alla cultura e pronte a riconoscere il merito con retribuzioni adeguate.
Io ho scelto di restare, di resistere e da 21 anni porto avanti il mio studio di consulenza nel campo dei beni culturali: è la passione di una vita e ho costruito questo lavoro da solo. E per questo, che nel mio ruolo di presidente dell’associazione culturale Progetto Musa Antiqua, favorisco non solo la divulgazione culturale dei tesori artistici della mia città, ma mi batto affinché la cultura crei occupazione vera, non precariato e volontariato forzato: lo merita l’Italia e lo meritano i tanti operatori che in silenzio, con le tasche vuote, tengono a galla il patrimonio storico – artistico del nostro paese.
DOTT. RICCARDO BATTIFERRO BERTOCCHI – PRESIDENTE ASSOCIAZIONE CULTURALE PROGETTO MUSA ANTIQUA